Tabarro e Kalasiris sono due differenti modelli di mantello, la cui origine si presenta piuttosto antica, il primo, il Tabarro, lungo ed avvolgente, pare risalga ai tempi degli antichi romani e fosse parte integrante delle toghe dei senatori. Evolvendosi, questo tipo di mantello ha subito notevoli variazioni, diventando, in epoca medievale, un accessorio impiegato durante le investiture di alte cariche, come cavalieri, notabili o medici. In età rinascimentale, ha iniziato a scomparire dall'abbigliamento nobile ed aristocratico, per entrare invece in quello contadino ed artigiano, sotto forma di mantello di lana.
Molti anni dopo, nel 1800, il tabarro è diventato l'emblema dello stile dei dandy, al contrario, nell'età fascista, questo indumento, considerato simbolo di anarchia, è stato totalmente proibito, riuscendo a riemergere intorno agli anni 50, come accessorio negli ambienti montanari.
Il modello Tabarro si presentava come un mantello a ruota, lungo sino al polpaccio, in panno, solitamente scuro, con un'allacciatura sotto il mento, la sua consistenza lo rendeva un capo imponente e molto pesante.
Il Kalasiris invece era un modello molto simile a quello di una camicia, indossato sia da uomini che da donne, piuttosto lungo, poteva presentare o meno delle maniche e veniva fissato alle spalle tramite una cinghia. Si trattava di un mantello utilizzato principalmente dal popolo egizio, ma pare che già in epoche precedenti venisse indossato, lo testimono infatti alcuni testimonianze delle civiltà di Assiri e Babilonesi.
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